Le aree più colpite da infortuni per uomini e donne nel circuito ATP nel 2016 sono state la schiena, i piedi, le caviglie e la spalla.
Gli infortuni sono parte integrante della carriera di un tennista. È quindi essenziale tenerne conto nel processo di allenamento verso il massimo livello. Prima di tutto, è importante definire che cos’è un infortunio e che cosa intendo per gestione degli infortuni.
Lesione prodotta in qualsiasi punto del corpo da un urto, un colpo, un’arma o un corpo duro di qualsiasi tipo.
Definizione tratta dal dizionario Larousse.
Nell’Accademia Mouratoglou la prevenzione degli infortuni è una priorità, con particolare attenzione agli urti ripetuti e alle posture specifiche per ogni giocatore.
La parola shock è essenziale in questa definizione per capire come si crea un infortunio. Infatti, essi sono sempre il risultato di uno o più shock ripetuti, che rappresentano la quasi totalità degli infortuni nel tennis. Alcune delle categorie di lesioni più comuni sono le tendiniti, le borsiti e le periostiti, che sono lesioni multifattoriali causate in gran parte dalla ripetizione di un gran numero di movimenti. Questi aspetti sono presi in considerazione nella metodologia insegnata all’Accademia Mouratoglou, dove ogni giocatore beneficia di un monitoraggio personalizzato per prevenire e gestire efficacemente gli infortuni.
Come sapete, la ripetizione è una delle caratteristiche principali del nostro sport. Il tennis, come tutti gli sport di racchetta, è un’attività fisica asimmetrica. Non richiede le stesse sollecitazioni muscolari, articolari e tendinee a destra e a sinistra. Pertanto, sollecita ripetutamente le stesse aree del corpo.
Bisogna imparare a gestire gli infortuni in due modi diversi. In primo luogo, la prevenzione e, in secondo luogo, una volta che l’infortunio si è verificato nonostante tutti gli sforzi fatti per evitarlo, la gestione del periodo di convalescenza. Questo periodo può variare da 10 giorni per una leggera distorsione alla caviglia, ad esempio, a 8 mesi per gli infortuni più gravi, quelli che richiedono un intervento chirurgico. Si tratta di un periodo molto delicato per gli sportivi di alto livello, con tante questioni in gioco: come tornare alle competizioni il più rapidamente possibile? Come evitare le ricadute? Come affrontare psicologicamente questo periodo lontano dai campi di gioco? Per non parlare dell’enorme posta in gioco finanziaria per alcune atlete.
Questi temi vengono affrontati in modo approfondito nei programmi di studio sul tennis dell’Accademia Mouratoglou, dove i giovani giocatori di talento imparano ad affrontare con resilienza i momenti di ritiro forzato.
Prevenire le lesioni da tennis
Tecnica: la chiave per prevenire gli infortuni
La tecnica è uno degli aspetti fondamentali della prevenzione degli infortuni. Due sono gli elementi chiave da padroneggiare: il rilassamento muscolare e i movimenti personalizzati. Il rilassamento è una qualità naturale da sviluppare per ridurre le tensioni inutili, spesso fonte di infortuni. Dipende da tre fattori principali: lostato emotivo, la flessibilità e la qualità biomeccanica dei movimenti. Un giocatore rilassato riduce al minimo l’impatto sul corpo, proteggendo muscoli, articolazioni e tendini. Durante i corsi organizzati dall’Accademia Mouratoglou, i giocatori lavorano su questi aspetti tecnici per adottare un movimento fluido e sicuro.
La personalizzazione della tecnica è altrettanto fondamentale. Ogni giocatore ha preferenze motorie uniche, legate in particolare alla sua lateralità (mano, piede, anca, occhio). Rispettare queste specificità significa costruireuna tecnica adattata e sicura. Una tecnica standard o non adattata può causare sforzi inutili, aumentando il rischio di lesioni. La collaborazione con un allenatore esperto è essenziale per integrare questi elementi.
Forma fisica: la base per un corpo forte ed equilibrato
Fondamentale per mantenere un corpo sano, l’allenamento fisico è un compito quotidiano e deve essere estremamente preciso per un giocatore di alto livello. Come abbiamo visto nel preambolo, il nostro sport è asimmetrico. L’atleta deve quindi lavorare molto per riequilibrare il corpo, fuori dal campo, per compensare le tensioni create dal gioco su un lato del corpo. Queste tensioni dipendono dalla lateralità dell’atleta. Questo lavoro può essere svolto in vari modi: guaine, propriocezione, allenamento della forza, lavoro posturale , per esempio.
Il coinvolgimento del fisioterapista nella costruzione delle sedute, in collaborazione con il preparatore fisico, favorisce un lavoro di qualità. È fondamentale che gli sportivi abbiano un supporto medico di alto livello: fisioterapisti, medici sportivi, osteopati, che li seguano quotidianamente e che lavorino a stretto contatto con il loro team di tennisti e preparatori fisici.
Uno stile di vita sano: essenziale per un corpo sano
Uno stile di vita sano è un pilastro essenziale della prevenzione degli infortuni. L’alimentazione corretta è essenziale: limitare gli alimenti infiammatori come lo zucchero aiuta a prevenire la tendinite e altre infiammazioni croniche. Anche l’idratazione è fondamentale: bere da 1,5 a 2 litri di acqua al giorno, aumentando l’assunzione durante e dopo l’esercizio fisico, aiuta a mantenere un corpo forte e resistente. Una scarsa idratazione porta a squilibri che favoriscono le lesioni.
Anche il sonno svolge un ruolo fondamentale. È durante il riposo che il corpo recupera e si rigenera. Dormire tra le 6 e le 10 ore a notte, idealmente prima di mezzanotte, garantisce un migliore recupero e limita il rischio di stanchezza cronica. Uno stile di vita equilibrato, che combini una dieta sana e un sonno di qualità, è quindi essenziale per evitare infortuni e ottimizzare le prestazioni.
L'attrezzatura: un alleato essenziale per evitare gli infortuni
La scelta dell’attrezzatura giusta è fondamentale per proteggersi dagli infortuni. Gli atleti devono scegliere una racchetta (peso, bilanciamento, dimensione del manico, dimensione della testa), scarpe (peso, flessibilità e dimensione del drop) e corde (tipo e tensione) che corrispondano alle loro proprietà biologiche e alle loro specificità tennistiche. La modifica di uno qualsiasi di questi elementi può portare a un infortunio. Gli atleti devono quindi conoscere se stessi ed essere consigliati dai loro allenatori e dall’équipe medica quando scelgono l’attrezzatura.
L’esempio del gomito del tennista (infiammazione dell’epicondilo), un infortunio comune nel tennis, è molto spesso legato a tensioni delle corde troppo elevate o a un tipo di corda troppo rigida, quindi inadatta alla fisiologia del giocatore. Per quanto riguarda le scarpe, l’uso di solette ortopediche di qualità è un ottimo modo per personalizzare le scarpe per ottenere un comfort ottimale ed eventualmente correggere gli squilibri posturali.
Gestione del periodo di recupero
L’aspetto fisico
Questo periodo rappresenta una sfida enorme per il preparatore atletico e l’équipe medica. L’equazione è semplice: si ha tra le mani un giocatore infortunato, a volte appena uscito da un intervento chirurgico, e l’obiettivo è che sia in grado di tornare a giocare una partita il più rapidamente possibile, senza infortunarsi nuovamente. Quest’ultima parte dell’equazione non è la più semplice. Dopo essere stato seguito da un’équipe medica, il preparatore fisico, in collaborazione con lo staff medico, deve impostare un piano di riatletizzazione completo, con un calendario che sarà ovviamente soggetto a modifiche a seconda dell’evoluzione della situazione. La priorità è trattare l’infortunio e proteggere il concorrente da una possibile ricaduta, attraverso un allenamento fisico specifico.
Nel caso di infortuni gravi, che comportano lunghi periodi di convalescenza, a volte con un’inattività quasi totale, l’altra sfida è riportare il giocatore al suo massimo potenziale fisico, in modo che possa essere competitivo quando riprende a giocare. La parola chiave in questa situazione è strategia. Il preparatore fisico e lo staff medico devono fare delle scelte e ascoltare il giocatore in modo che possa progredire abbastanza rapidamente senza infortunarsi nuovamente. La progressività, abbinata a scelte di periodizzazione ben calibrate, è ovviamente l’asse portante di questa strategia.
In questi casi di infortunio è molto vantaggioso praticare l’immaginazione mentale, che sarà molto utile anche per continuare ad apprendere tutti gli aspetti della coordinazione quando questa è limitata durante i periodi di riabilitazione.
L’aspetto psicologico del tennis
Il periodo di convalescenza, quando è lungo, è estremamente delicato da gestire per un atleta. Oltre all’incertezza, può capitare di sentirsi poco bene, essendo lontano dai campi, dalla propria passione, dai propri amici e dal proprio stile di vita (viaggi, gare).
Infine, quando un giocatore professionista è lontano dal circuito, possono sorgere alcuni problemi, come l’aspetto finanziario, gli sponsor, i punti ATP/WTA e le aspettative dei media e di chi lo circonda. Se non c’è nessuno a sostenerlo in questo momento, il resto può diventare molto complicato per lui, fino a portare alla fine definitiva della sua carriera tennistica.
È quindi fondamentale che il giocatore sia ben assistito, e non solo da chi gli sta vicino. Ha invece bisogno di un allenatore competente che lo aiuti a gestire le emozioni, a rimanere motivato e a concentrarsi sul suo piano di riatletizzazione.
L’aspetto tennistico
In caso di convalescenza prolungata, una volta completata la riatletizzazione, il giocatore può finalmente tornare a giocare a tennis! Ma non in un modo qualsiasi, ovviamente. Si tratta di una fase estremamente delicata per l’atleta e il suo allenatore. Le insidie sono rappresentate dalla voglia che il giocatore può avere di tornare a giocare a tennis, con il rischio di ricadute se non si fa attenzione. Ma c’è anche la paura della ricaduta, che a volte può far sentire i giocatori molto apprensivi quando riprendono a giocare, o addirittura far loro provare dolore quando non ne hanno più. Tanto più che, con alcuni infortuni, è “normale” sentire un po’ di dolore quando si riprende a giocare.
L’altra sfida del ritorno al tennis è quella di sostenerel’atleta nella ricerca di nuovi punti di riferimento e di nuove sensazioni, una ricerca che per alcuni giocatori può essere destabilizzante. Questo può portare alla paura di non tornare ad alti livelli e alla ricerca ostinata del “vecchio livello”. Ancora una volta, se il giocatore e l’allenatore non sono attenti a queste insidie, la ricerca del ritorno al livello più alto può rivelarsi inutile.
FAQ: Gestione delle lesioni da tennis
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L’infortunio più comune per gli appassionati di tennis è il gomito del tennista (epicondilite laterale). Questo dolore al gomito è il risultato di un uso eccessivo dei muscoli dell’avambraccio, causato dalla ripetizione dei colpi. Il gomito del tennista è spesso causato da una tecnica imperfetta o dall’uso di attrezzature inadatte, come corde troppo strette.
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Per guarire dal gomito del tennista, è essenziale riposare il braccio colpito e seguire un protocollo di riabilitazione. Questo comprende esercizi di rafforzamento muscolare, allungamenti specifici e l’uso di bande di compressione per alleviare l’area dolorosa. Una volta che il dolore si è attenuato, la ripresa graduale dell’attività è fondamentale per evitare una ricaduta.
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Il modo migliore per evitare la tendinite è mantenere un buon equilibrio tra sforzo e recupero. Assicuratevi di riscaldarvi adeguatamente prima dell’allenamento, di mantenere il corpo adeguatamente idratato e di adottare una tecnica di gioco che limiti le sollecitazioni inutili sui tendini. Anche l’utilizzo dell’attrezzatura giusta, come corde a tensione moderata, è essenziale per ridurre la pressione sui tendini.